Quello che state per compiere è un viaggio che non si può dimenticare.
Una traversata pericolosa, spesso a piedi scalzi, a volte su vecchie macchine che deragliano sul terriccio, nell’intricata terra colombiana. Movimenti di emancipazione e resistenza, conflitti armati, narcotraffico, disparità sociali: con coraggio e delicatezza, Valentina Barile ci guida all’interno di riserve indigene e comunità femminili dove la forza collettiva coincide con la speranza, e ci trasmette – per farla nostra – la forza di chi sogna sempre di tornare a vivere, nonostante i tempi e le circostanze.
La storia d’amore tra un fungo e un’alga, da cui nasce il piccolo lichene. Il pomodoro e il suo bombo terrestre. La yucca e la sua dolce falena. La bizzarra pianta dalle “labbra calde” che sembra indossare il rossetto. “L’Amour en solitaire” del ranuncolo acquatico. E poi orge floreali, tradimenti, giochi di ruolo, relazioni poliamorose: il regno vegetale, ben più antico di noi, ha sperimentato nel corso di milioni di anni forme di amore sempre più complesse e avventurose che gli permettessero di sopravvivere. Ha fatto della riproduzione sessuale la chiave della sua evoluzione, e ha invitato il mondo a celebrare la sessualità all’origine della vita.
E.T. nel cestino di una mountain bike che solca il cielo stellato. La bambina con il cappotto rosso. Hook e Peter Pan. Il professor Alan Grant che fugge da un T. Rex. Indiana Jones che salta nel vuoto. Lo squalo che ormai vive nelle acque dei nostri sogni più profondi. E poi le navicelle aliene, le corse di Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi, la ricerca disperata del soldato Ryan, lo Sc roppio Sfribollino nel Paese dei Giganti…
A chi di noi non piacerebbe avere un proprio replicante che si faccia carico di tutte le incombenze quotidiane? Il professor Hiroshi Ishiguro l’ha fatto: ha creato Geminoid HI-1, un androide identico a lui. Lo manda a tenere conferenze, lo lascia intrattenere i suoi studenti, lo veste e lo pettina come lui. È l’inizio di una nuova vita sulla Terra: un mondo dove esseri umani e robot non sono più materia per libri teorici o soggetti cinematografici, ma la più normale quotidianità.
La realtà è fastidiosa, insoddisfacente, banale. È il mantra che Houellebecq ripete magicamente in queste pagine, scritte come se fossero il mio primo romanzo. L’antidoto all’orrore di questa affermazione è solo uno: fare della scrittura un sogno, della parola un generatore di universi alieni. Nessuno più di Howard Phillips Lovecraft è riuscito in questo intento, rendendo la propria vita un terribile fallimento, e la sua arte un capolavoro; e proprio intorno a questo stralunato “gentiluomo di campagna”, timido e insofferente, capace di consegnare ai posteri una biografia tragicamente romanzesca e una mitologia immortale, Houellebecq dà vita a uno dei suoi libri più violenti e sinceri.